Medico o robot? I rischi dell’Intelligenza Artificiale in sanità
Chatbot che dialogano con i pazienti, studi scientifici scritti da ChatGPT e algoritmi che definiscono le priorità in sala d’attesa. Che ruolo ha l’Intelligenza Artificiale in sanità e cosa accadrà nel prossimo futuro? Quali sono i pericoli e le opportunità?
Le scuole e le università sono messe alla prova da uno strumento come ChatGPT, soprattutto visto che dalla pandemia molti esami avvengono davanti al computer. Analogamente accade in ambito medico, dove si pongono due diversi tipi di problematiche. Un primo problema è legato a domande di tipo etico-giuridico: un medico che ha a disposizione un’immagine radiografica e un algoritmo in grado di fornire una diagnosi possibilmente, in un futuro vicino, ancora più accurata della propria, si trova in difficoltà. Cosa succede se guarda prima la diagnosi del computer anziché farsi un’idea sua? Cosa succede se ci sono opinioni diverse? Di chi diventa la responsabilità del fidarsi della macchina o della propria conoscenza e del proprio intuito?
Ma il problema più grande è che spesso si tende a dimenticare l’aspetto economico e politico. Ormai la maggior parte di questi sistemi è in mano ai grandi player informatici: è notizia di pochi giorni fa il nuovo investimento da 10 miliardi di Microsoft in OpenAI, che produce ChatGPT. Sistemi di deep learning come questi hanno bisogno di decine di migliaia computer per elaborare e i costi di funzionamento sono nell’ordine di milioni di dollari, anche a livello energetico. Sono quindi parte di un meccanismo economico-politico che ha il suo peso e vuole vedere ripagate le decine di miliardi che sta investendo.
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