L’autismo in punta di piedi.

L’autismo in punta di piedi. Perché le persone affette da autismo spesso camminano in punta di piedi?
L’atipicità dell’andatura dei soggetti autistici è il focus sul quale si è concentrata la più recente ricerca, in ambito internazionale, effettuata dall’Irccs “E. Medea” di Bosisio Parini (LC), in collaborazione con l’Università Bicocca ed il Politecnico di Milano.
Lo studio, pubblicato su Frontiers in Psychology (link all’articolo), la cui finalità è quella di individuare un panel multimodale di marcatori: comportamentali, neurofisiologici e genetici associati alle anomalie motorie presenti nell’autismo, ha rivelato la relazione tra i disturbi dello spettro autistico e le anomalie dell’andatura.

La ricerca condotta su un campione di 130 bambini con disturbi dello spettro autistico, 100 bambini con sviluppo tipico e 60 bambini con ritardi dello sviluppo ha evidenziato che circa l’80% dei bambini con disturbi dello spettro autistico presenta difficoltà motorie di varia natura, con un impatto significativo sulla qualità della vita e sullo sviluppo sociale. Lo studio del movimento, quindi, potrebbe indicare anomalie comuni che possono essere sfruttate come marker diagnostici precoci.

I ricercatori hanno studiato le differenze motorie tra bambini con disturbi dello spettro autistico e con sviluppo tipico ricorrendo alla tecnologia Grail (Gait Real-time Analysis Interactive Lab) sviluppata nei Paesi Bassi. Il Grail è una piattaforma interattiva che integra un sistema di analisi del movimento e del cammino su tapis roulant con un sistema di realtà virtuale immersiva e stimolante, in grado di adattarsi alle esigenze dei singoli.

Gli studiosi hanno riscontrato nei soggetti autistici una minor forza applicata a livello della caviglia ed una diversa postura del bacino e dell’anca durante il passo.

Secondo Alessandro Crippa, psicologo al laboratorio di Psicopatologia dello Sviluppo dell’Irccs Medea e coordinatore del progetto «La caratterizzazione cinematica del cammino potrebbe aiutarci a capire meglio un disturbo così complesso. Identificare eventuali marker associati alle anomalie motorie presenti nei disturbi dello spettro autistico sarà particolarmente utile nello studio dell’eziologia di questo disturbo».

Nell’autismo le anomalie motorie comportano anche difficoltà nella lettura dei movimenti degli altri ed hanno, di conseguenza, un impatto sui processi cognitivi.

Questo studio rappresenta quindi una prospettiva affascinante non solo rispetto all’analisi delle abilità motorie, ma anche per la valutazione degli aspetti cognitivi e socio-comunicativi, con possibili futuri sviluppi in termini di potenziale valenza diagnostica e di progettazione di programmi riabilitativi.

FONTE:https://www.lavocedeltrentino.it

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