Classificazione Internazionale del Funzionamento (ICF)


Nel 1980 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, (OMS) diffonde l’ICIDH (International Classification of Impairment, Disabilities and Handicaps), che distingue una situazione intrinseca dovuta a malattia, infortunio o malformazione da altre situazioni, quella esteriorizzata (menomazione, esteriorizzazioni di stati patologici), quella oggettivizzata (disabilità, restrizione nelle capacità di svolgere azioni ritenute normali), quella socializzata (handicap, conseguenze sociali e ambientali di una disabilità). 

La classificazione dell’handicap fatta nell’ICIDH si basa su situazioni reali e si riferisce alle funzioni di orientamento, indipendenza fisica, mobilità, occupazione, integrazione sociale, autosufficienza economica. 

Con l’ICIDH-2, nel 1997, l’OMS pone un accento maggiore sull’influenza dei fattori ambientali e personali sulla patologia, fino ad arrivare all’ICF(International Classification of Functioning, Disability and Health), strumento di classificazione adottato iin moltissimi paesi come standard internazionale di misurazione e classificazione di salute e disabilità. L’ICF propone un nuovo approccio alla salute, non più centrato sulla menomazione o sul deficit, come faceva l’ICIDH, ma sul risultato finale posto come obiettivo del processo riabilitativo e di cura che deve tener conto della globalità del soggetto (unità di funzioni e strutture corporee, capacità di compiere attività quotidiane e il coinvolgimento sociale) e del suo ambiente. 

L'ICF (2001) tiene conto di fattori contestuali ambientali (norme sociali, ambiente culturale, naturale e costruito, fattori politici, istituzioni, ecc.) e della persona (genere, età, condizioni di salute, capacità di adattamento, background sociale, educazione, professione, esperienze passate, stili caratteriali) classificandoli in maniera sistematica attraverso criteri comuni e comparabili in maniera interdisciplinare. 
Tale premessa è utile per introdurre la figura del terapista occupazionale che si muove proprio negli ambiti della prevenzione, della promozione della salute e del miglioramento della qualità della vita di persone che, per problematiche di vario genere si trovano in una condizione di svantaggio.

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